mercoledì 23 luglio 2014

Adam's Song - Blink 182


Non avrei mai pensato di morire da sola. 

Com'è, a due giorni dal tuo compleanno? Il buio. Non ci sono candeline, non ci sono fiori né parenti a festeggiarti. Avrei dovuto saperlo. Il suicidio non è qualcosa per cui comprare una torta.
E non venitemi a raccontare la solita storia, per piacere. "Si è ammazzata perché è stata adottata. Veniva dalla Russia, aveva sei anni. Evidentemente non si è mai ambientata al cento per cento".
Idiozie. Qualunquismi buonisti di chi non vuole vedere la verità. Quello era mio padre.Così tanto, che aveva già assunto il ruolo del siciliano geloso. Non potevo uscire. Avevo sedici anni, ma non mi sentivo uguale alle mie amiche. Se telefonava un ragazzo scoppiava l'inferno, si metteva a gridare ed io, faccia a terra, dovevo inventare una scusa e chiudere. Mi seguiva. A ricreazione non potevo andar fuori come facevano tutti gli altri. Dovevo restare rintanata a scuola, perché lui era lì vicino che controllava.
Mi aveva tarpato le ali.

venerdì 20 giugno 2014

La casetta piccolina in Canadà

Finalmente saranno svelati i segreti di Stato e così, dagli atti chiusi in voluminose casseforti, emerge la vera storia di Martin che ora gira solo senza una meta.
Ricordate?
Aveva una casetta piccolina in Canada con vasche e pesciolini e tanti fiori di lillà e tutte le ragazze che passavano di là dicevano che bella la casetta in Canada (ma si riferivano ai pettorali di Martin).
Lui veniva dalla provincia di Sciara, laddove il lavoro era un'incognita sottoposta ad arbitrarie scelte legate a buoni rapporti clientelari.


giovedì 12 giugno 2014

Stairway to heaven - Led Zeppelin

Anni fa, in una giornata di tempesta, nella casa più vecchia del paese, davanti al camino acceso due persone stavano parlando – il tremolio delle fiamme creava ombre sui muri di legno sconnessi, tra le assi asciutte spifferi di tramontana. 

giovedì 5 giugno 2014

The Nameless - Slipknot

Sono patetico e benevolo, dovresti accettarlo, dovresti sottometterti.
Quello che pensi è ciò che mi giustifica.
Ti senti al sicuro, tranquilla. Non hai capito che sei la mia serva in gabbia.
Non tollero questa tua malizia, è solo una debolezza.
Impegnati, sii furibonda, ammettilo. 

Non accondiscendere e non essere nemmeno d’accordo. Il desiderio è la tua rovina, il disappunto, l’indugio. Hai sofferto prima, e adesso soffrirai per me.
Guarda coi tuoi occhi l’ossessione, dalle un altro sguardo, ricorda ogni scelta che fai.


venerdì 30 maggio 2014

Kitchen table - Jake Bugg

Me ne sono andato perché ero rimasto sveglio, dopo che avevamo finto di fare pace e avevamo fatto l’amore. Così, mentre dormivi, sono sceso dabbasso, senza accendere le luci. Ho cominciato a strimpellare, piano. Mi viene un po’ da ridere, sai? Come quando mi sgridi che nemmeno un bambino o ti preoccupi per delle cazzate e la mia ilarità ti rende ancora più furiosa. Come viene da ridere a un funerale. Però credimi, forse è meglio ridere e fuggire in tempo. Forse ti lascerò con l’inverno che viene, e mentre penso a questo vedo le foglie degli alberi fuori dalla finestra, agitate dal vento. Solo questo pomeriggio eravamo stesi tra i fiori, presto non saranno che steli gelati. Quanto sei dura nel giudicarmi, tanto quanto era dolce il tuo sguardo. Sembravi amarmi, ma adesso è tutto chiaro: semplicemente, abbiamo smesso. 


giovedì 22 maggio 2014

Era una notte buia e tempestosa...

Toc, toc, toc.
“Fammi entrare”.
Toc, toc, toc!
“Heathcliff, maledizione! Apri la finestra! Sono io, Catherine”.
“ELLEN! ELLEN! AAAHHH! AIUTO!!!”
“Che c'è, signorina? Che ha visto, Miss Cathy?”
“C'è qualcosa, lì! Che parla! Laggiù, sugli alberi! L'ho sentita!”
“Dev'esserselo sicuramente sognato, signorina. Su, torni a dormire”.
“No, no, Ellen, te l'assicuro! C'è qualcosa! E ha detto... dice di chiamarsi Catherine”.
“CATHERINE?! Catherine, sei tu? Sei qui? Eccomi qui... amore mio lontano! Ti prego, non fuggire di nuovo! Sono io, il tuo Heathcliff! Torna da me, fosse solo per un momento”.
“Ma, signor Heathcliff, come avete fatto a sentire...”
“Catherine! CATHERINE!!!”


Oh, Catherine. Come hai potuto lasciarmi così, quando avevo un così disperato bisogno di averti? Sei morta, lo so. Ed io con te. Sono stato maledetto dall'ossessione, dalla tua gelosia e dalla brama che ho di averti. Un fiore mai sbocciato, è il nostro amore.

mercoledì 14 maggio 2014

Somebody that I used to know - Gotye

Se penso a quando stavamo insieme.
Stamattina è venuto Paolo a recuperare i tuoi dischi.
Mi dicevi che con me eri felice, sai con te sono veramente felice.
Ascoltavi tanta musica, ti mettevi gli auricolari e ondeggiavi la testa, sembravi quel pupazzo strano del venditore di torrone, ricordi? Quando te lo dissi mi hai risposto "davvero?".
Ti sentivi sola quando eravamo insieme, lo so, non ci si può abituare alla solitudine.
Questa volta "davvero?" l'ho detto io.

venerdì 2 maggio 2014

Saving me - Nickelback

foto di Oliver Jules
Il vagone era silenzioso, sembrava non ci fosse nessuno, poi in fondo scorsi un ragazzo, poteva avere vent’anni; portava quella barbetta non curata e i capelli arruffati che ti fanno notare che da tempo sei sovrappensiero; sedetti  sul sedile opposto e cominciai a leggere. Era molto silenzioso, sembrava sotto pressione. Aveva una camicia azzurra sbottonata e sgualcita, nel taschino degli occhiali. Aveva  due occhiaie nere come la pece, come il silenzio...come il fondo di un canyon, così avrei descritto la sua situazione, il fondo di un canyon. 

giovedì 24 aprile 2014

Creek Mary's Blood - Nightwish

Avevo un nonno, un tempo. Aveva la pelle rossa, lunghi capelli neri sempre raccolti in trecce, e così tante rughe sul volto che sembravano voler essere contate, per calcolarne gli anni, le mille avventure che avevano vissuto e tutti gli spettacoli a cui avevano assistito. Come si fa con gli alberi.
Si chiamava Orso in Piedi. Questo nome l'aveva guadagnato da ragazzo, quando ne aveva abbattuto uno. Quello, morendo, l'aveva guardato dritto negli occhi, e mio nonno diceva sempre che da quel momento l'anima dell'animale era entrata in lui, per continuare ad esistere in qualche modo. Per restare.

mercoledì 9 aprile 2014

Cornflake girl - Tori Amos

Mai stata una ragazza cornflake. Una delle tante, una di quelle che trovi a bizzeffe sugli scaffali dei supermercati. No, io sono una ragazza uvetta: non ne vedi mai molte, non ti pare?
Mi è capitato spesso. Da piccola, mentre facevo pubblicità per la Kellogg's. Neanche allora ero come le altre. E mi son trovata a condividere il mondo con tanti altri cereali, tutti belli, tutti uguali.